27 ottobre 2008

Studenti, Funghi in città

STUDENTI

FUNGHI IN CITTA′


Quel che comunemente chiamiamo fungo
null’altro è se non il frutto di un organismo più complesso:
nel terreno, sotto ognuno di quei frutti, una fitta rete di filamenti nascosti intrama il sottosuolo, anche per diversi chilometri.

Il frutto, senza le condizioni ottimali, non “spunta” e il fungo resta nascosto.
Poche cose in natura sono rimaste un mistero come i funghi:
in bilico tra il mondo vegetale e il mondo animale,
oggi sembrano costituire un indispensabile equilibrio tra questi due regni.


Gli studenti sono funghi dei sottosuoli di città.
A volte, neanche se li vai a cercare li trovi,
ma sono sotto i piedi, ovunque.

Sopra ciò che non si vede,
si può dire e pensare tutto quel che si vuole.
Questo è il problema dei giovani, in ogni modo studenti.

Così, ora che il mondo “sopra” di noi non è più sostenibile
Noi studenti dobbiamo spuntare fuori,
Mostrarci nei nostri colori,
Ai marciapiedi delle città o nelle metropolitane,
E contaminare l’aria con quel che veramente siamo.

Studente Giulia Antonini

24 ottobre 2006

COMPLIMENTI!

Tengo a farvi i più pieni complimenti per i risultati alle elezioni!
Avete ora davanti a voi una bellissima opportunità da non sprecare.
COMPLIMENTI ALLA LISTA E AL GRUPPO
Giulia

01 maggio 2006

Parini in Rock

Popolo di AlternativAperta! Se conoscete qualcuno al Parini che abbia una band di qualsiasi tipo e che voglia esibirsi al concerto dei 1 Giugno, o se, ancor meglio, questa persona siete voi, contattate:

Andrea Martelloni (IC) - virgult@hotmail.com
Andrea Lazzarini (IIG) - lazzalazza@hotmail.it

Vi storno al più dettagliato sito dell'evento: http://parinirock.blogspot.com/

E' importante!

Ps. Accorrete tutti numerosi. (Stronzo chi nun viene)

03 aprile 2006

Luca vi invita tutti a mangiare una pizza

Luca invita tutta AlternativAperta a festeggiare assieme in pizzeria... a sue spese. Rivolgetevi a lui per i particolari...

01 aprile 2006

ULTIM'ORA: Il Collettivo Rebelde si stacca dal Cantiere!!!

Il Collettivo Rebelde ha finalmente deciso di svincolarsi dal centro sociale "Cantiere".
Le ragazze e i ragazzi del Rebelde sono stufi di farsi imporre dall'alto linea politica, slogan, striscioni, assemblee, coreografie, fumo, vestiti, odori, pensieri, parole, opere, omissioni: vogliono finalmente ragionare con la propria testa e partecipare in maniera costruttiva alla vita della loro scuola.
Questa decisione verrà ratificata durante il collettivo di martedì prossimo.

Qui il comunicato stampa

31 marzo 2006

Ciao ciao, Spazio Studenti!

Una notizia buona e una cattiva.
Quella buona è che la scuola ha finalmente deciso di ridipingere lo Spazio Studenti, cancellando tutte le simpatiche scritte che in questi mesi hanno contribuito ad arredarla forse più di quanto abbiamo fatto noi (ci voleva poco...).La scelta, in effetti, era obbligata, perché l'aula concessa agli studenti a inizio anno è sede di seggio, e dev'essere rimessa a nuovo prima delle politiche. E qui arriva la notizia cattiva.
In vista delle elezioni comunali di fine maggio, lo Spazio Studenti rimarrà chiuso. Perché nessuno ha voglia di ridipingerlo due volte in due mesi.
Personalmente, potrei fare il moralista, parlare dell'ennesima vittoria di un piccolo, logorante, anonimo (o almeno lo vorrebbe) vandalismo. E invece no. Questa chiusura significa ben poco. Continuerete a trovare i giornali appena fuori dalla porta, le riunioni di AlternativAperta continueranno a svolgersi (partecipate, mi raccomando!) in un'altra aula.

Il "nostro" Spazio SS, il "nostro" Spazio Lamba... se fosse stato il nostro nido, la nostra cuccia, la nostra seconda casa, il nostro dopolavoro... allora forse mi mancherebbe già. In realtà, è stato -e tronerà ad essere- lo Spazio degli Studenti. Tutti.
Fortunatamente, però, la nostra "socialità" non ha bisogno di nessun guscio protettivo, e non si limita a un'aula.

29 marzo 2006

Articoli per il PAR

Rinnovo in questa sede l'invito che è stato porto da Leonardo Scuto durante l'assemblea odierna a scrivere alcuni articoli da inserire nel prossimo numero del PAR. La redazione del PAR concederà dello spazio sul giornale ad Alternativa Aperta, come ha fatto per il Collettivo Rebelde, quindi chiunque abbia delle proposte o voglia già stendere una bozza può rivolgersi a L. Scuto. Gli ho già suggerito un'idea per un articolo.

Questo almeno da quanto ho capito, se qualcuno deve precisare lo faccia pure.

14 marzo 2006

Così è la vita (2)

Vi invito tutti a leggere anche l'articolo di Aldo Grasso sul Corriere di oggi (martedì 14 marzo). Commenta in maniera molto negativa le scene trasmesse nella trasmissione "Così è la vita". Con battutina finale sul fatto che anche i "moderati" siano rimasti fuori.

12 marzo 2006

Così è la vita

Scrivo questo post solo per segnalarvi che, ieri sera (11 marzo ore 23.30), la7 ha mandato in onda, all'interno della trasmissione"Così è la vita", estratti della vita quotidiana di Federica Aziani, una delle ragazze del Collettivo. Il documentario presenta anche immagini dell'occupazione del Parini, le quali mostrano l'intrusione notturna nell'istituto e l'allestimento delle barricate, oltre a generosi primi piani di molti degli occupanti... Il filmato continua con la presentazione della prima giornata di occupazione, nella quale sono ben visibili diversi scontri fisici, per quanto brevi. Tanto per citarne uno, è possibile vedere Andrea scaraventarsi (o essere scaraventato) dentro al Parini dal picchetto, dopo spintoni e percosse. La voce narrante dichiara esplicitamente ciò che le immagini mostrano: ad occupare il Parini è una ventina di persone, l'Istituto VUOLE entrare a scuola. La trasmissione offre moltissime altre sfizioserie (es. Mico Curatolo che pesta un tipo), e merita davvero una visione.

22 febbraio 2006

Imperativo categorico

Mercoledì dev'essere la riunione più frequentata della storia di AlternativAperta! D'ACCORDOOOO? Cioè, stiamo prendendo una brutta piega... eh? Dai, mercole si fa tutti uno sforzino e...

06 febbraio 2006

A titolo personale

Ho inviato questo pezzo (frutto di due ore di pura frenesia) a Repubblica. E' assolutamente a titolo personale, ogni commento è ben accetto.

C’è chi dice che il modo migliore per capire la tv sia guardarla a volume spento: stratagemma, questo, che torna utile anche quando si ha a che fare con un qualsiasi evento di cronaca. Per questo si dovrebbe guardare a quanto è accaduto ultimamente al Parini tralasciando tutte le parole di contorno, prendendo in analisi solamente i fatti, nudi e crudi. Allora ci si renderebbe conto che, con tutto ciò, la politica c’entra ben poco. Lo scontro tra “sinistra estrema” e “sinistra riformista” è prima di tutto tra due modi diversi di affrontare l’adolescenza. Da un lato il nichilismo infantile di chi, chiamato a confrontarsi col mondo, preferisce rifugiarsi in un’ideologia, fatta di slogan facili e rassicuranti. Dall’altro il tentativo – arduo, e perciò talvolta zoppicante – di affrontare la realtà senza raccontarsi frottole.
Indubbiamente la politica ha il suo ruolo: se non altro è il terreno di gioco più adatto per noi studenti. A maggior ragione lo è ora, dal momento che i contrasti di quest’anno sono nati proprio dal modo diverso di intendere l’agire politico. Da alcuni anni per i ragazzi più o meno vicini al Collettivo Rebelde “politica” è, di fatto, il movente di comportamenti riconducibili prevalentemente al desiderio di trasgressione che ogni adolescente si porta dentro. Così “fare politica” diventa il passepartout per chi vuole uscire dagli schemi senza sporcarsi troppo la coscienza, e lo stesso vale per tante altre espressioni simili: ad esempio, “creare nuove socialità” è solo un’igienica giustificazione – in primis a se stessi – dell’occupazione a oltranza di un’aula. Poi si sa: se il movente è fittizio, vago come può esserlo una parola, ci vuol poco a trasformarlo in giustificazione. Ma è legittimo beffarsi delle regole in nome della cultura, delle battaglie sociali, del corale “no ai cipittì”? Ebbene no. Lo sarebbe solo se non vivessimo in uno Stato di diritto. Fare politica nelle scuole senza trascendere nell’aggressività o nel vandalismo è possibile, e senz’altro più efficace e gratificante: AlternativAperta lo sta dimostrando da tempo, e ora anche il neonato gruppo di destra “Parini in Azione” pare volersi muovere questa direzione. Al Parini non ci sono professori forcaioli, e la punizione per chi sbaglia dovrebbe accompagnarsi a un insegnamento: il mondo, anche se non ci piace, va affrontato. E come non c’è vera trasgressione senza coraggio, non c’è critica senza lucidità.

Ragione, tremenda ragione

"Perchè ricordiamoci, nessun fascista dice di esserlo, bensì si dichiara di estrema destra e democratico, due cose nettamente in antitesi. Dobbiamo iniziare sin da adesso una campagna mediatica CONTRO l'affermarsi di certe ideologie, nel rispetto comunque della democrazia. Il Collettivo ha sbagliato, ma ha già fatto capire con il suo intervento altamente anti-democratico, che l'ha posto sullo stesso piano di Parini In Azione, che al Parini, quello vero, certa gente non è tollerata: come non viene tollerato l'estremismo del Collettivo, non è tollerato nemmeno quello che sta a destra. E' meglio già prepararsi alla battaglia mediatica e politica contro Parini In Azione. Uniti si è deboli, ma se tutte le forze di sinistra del Parini si unissero, allora non ci sarebbe più storia per Parini In Azione."
Pierpaolo Farina

Ha ragione, tremendamente ragione... abbiamo salvaguardato il valore della civiltà con il rapporto tenuto verso Parini in Azione, cosa imprescindibile perchè il nostro piede, assieme alla Comunità in cui crediamo, sia su un appoggio saldo. Ora non si deve transigere, sempre a partire da questa posizione!, sull'affermarsi di tali ideoloogie. Mi raccomando...

02 febbraio 2006

Comunicato del 2 febbraio

Pubblico il comunicato che oggi abbiamo letto nelle classi.




Martedì 31 gennaio la prima riunione di “Parini in Azione”, non ha potuto avere luogo: un gruppo di ragazzi appartenenti al Collettivo Rebelde, occupato lo Spazio degli Studenti, (il cui utilizzo era stato regolarmente autorizzato dal preside), ne ha fisicamente impedito l’accesso. Il giorno dopo lo spazio studenti era ridotto ad una giungla di giornali strappati e scritte sui muri.

A noi, studenti di Alternativa Aperta, preme sottolineare quanto segue:

- Lo Spazio degli Studenti è stato concesso dalla scuola non a noi, né come sede di un gruppo politico, ma a tutti gli studenti: si tratta di un’aula aperta a chiunque ne voglia fare uso, nel rispetto della struttura pubblica e soprattutto degli altri studenti. E’ interesse di tutti che ciò continui a essere possibile.

- Siamo convinti che l’opposizione a idee politiche diverse dalle proprie sia legittima, ma possa avvenire soltanto in un clima di dialogo e di rispetto reciproco, senza prescindere dagli strumenti propri della politica e dalle norme basilari di convivenza civile. Il diritto di manifestare la propria opinione e riunirsi in gruppi è garantito dalla Costituzione Italiana, ed è un presupposto della vita democratica valido anche in ambito scolastico. Il dibattito politico all'interno della nostra scuola può e deve essere basato sul confronto sereno con chi la pensa diversamente e non su insulti, censure e barricate o qualsiasi altro atto di violenza verbale o fisica.

- Pur non condividendo le idee del gruppo “Parini in Azione” pensiamo che la battaglia contro tali ideologismi debba rimanere esclusivamente politica, senza scadere in comportamenti che nulla hanno di politico e che servono soltanto a legittimare e pubblicizzare i movimenti a cui ci si oppone.

Invitiamo dunque tutti gli studenti del Parini ad impegnarsi affinché sia garantita la libertà di espressione a ciascun gruppo studentesco, e il rispetto dei singoli, a prescindere dalla propria appartenenza politica e ideologica, nella convinzione che solo così si possa riportare un clima di serenità e dialogo dopo mesi un po’ troppo concitati.

Gli studenti di Alternativa Aperta

2 febbraio: dal Giornale...

Il Parini è in mano ai «collettivi» E di studiare non se ne parla più
Gioia Locati

«Sospeso» per il momento il capitolo delle sospensioni, al liceo classico Parini la questione «primaria» è un'altra: la mediazione fra i gruppi di studenti di area opposta. In via Goito con l'anno nuovo è apparso anche un nuovo gruppo politico di destra, «Parini in azione» che non ha libertà di muoversi e di radunarsi. Per ben due volte, i ragazzi, una quindicina, non sono riusciti a fare assemblea nell'aula destinata loro dal consiglio di istituto. Colpa del preside? Macché.
Il dirigente Arrigo Pedretti si è espresso ieri: «Finché questo gruppo non commette azioni anti-costituzionali attraverso propaganda o manifesti, è libero di entrare a scuola». Ma per due volte in due settimane i tentativi di incontro hanno sfiorato lo scontro. L'accesso all'aula è stato impedito dai ragazzi dei collettivi di sinistra - che dall'inizio dell'anno occupano abusivamente un'aula e un cortiletto senza il consenso del consiglio di istituto - una volta con spintoni, un'altra formando una muraglia di corpi sdraiati a terra. E una terza volta quando gli studenti di «In azione» hanno deciso di sistemarsi provvisoriamente nell'aula professori, sigillata dai collettivi pure quella. Come se non bastasse lo spazio assegnato dalla scuola agli studenti (prima che lo richiedessero i ragazzi di destra veniva usata dal gruppo di sinistra «Alternativaperta») è stato saccheggiato e sporcato: «Una vergogna - ha ammesso Giulia Antonini, rappresentante di istituto - hanno strappato tutti i nostri giornali e sporcato le pareti ricoprendole di insulti sguaiati.
Frasi pesanti e bestemmie. Sono sempre stata di sinistra, ma mi trovo a salutare con entusiasmo questo neonato gruppo di destra, finalmente un po' di dialettica, era ora». Peccato che la dialettica sia ancora lontana. I collettivi che fanno capo al centro Cantiere hanno già annunciato che «questi ragazzi non possono mettere piede al Parini perché in una scuola le riunioni di fascisti non si devono fare» e il preside Pedretti autorizzandole «si rende complice di persone che fanno riferimento ad azioni xenofobe e razziste». Morale, hanno annunciato: «Li allontaneremo in modo deciso».Intanto ieri è stato ventilato il primo 6 in condotta. Lo proporrà una professoressa per una delle studentesse in prima linea durante l'occupazione del 13 dicembre (che provocò danni all'istituto e durante la quale venne picchiata una ragazza). Ma le sospensioni in via Goito sono state boicottate fin dall'inizio. I diretti interessati dei provvedimenti disciplinari hanno sempre presentato il certificato medico invece di presentarsi di persona. Poi hanno fatto ricorso all'organo di garanzia, una commissione prevista dallo statuto interno che ha il compito di valutare la correttezza delle sanzioni. Per questo i provvedimenti che avrebbero dovuto partire martedì, slitteranno a febbraio. Da oggi i collettivi di sinistra promuoveranno «una mobilitazione al dì per i giorni che sarebbero dovuti essere di sospensione»: volantinaggi, assemblee, proiezioni. Stamattina show in cortile con fantoccio, il tema: «Caccia agli occupanti».


Disdascalia della foto (più o meno di novembre!):
Mesi "caldi" al Parini. Continuano le tensioni nel Liceo di via Goito, dopo le ocupazioni dello scorso dicembre, che hanno causato danni per migliaia di euro. Ora, si fa sempre più accso il contrasto tra due collettivi di opposto schieramento politico. Quello di sinistra ("Aletrnativaperta"), infatti, ha impedito per due volte agli studenti di destra ("Parini in azione") l'accesso alle aule per svolgere un'assemblea. Sono volati insulti, e si è sfiorato lo scontro. Intanto, dopo che si è deciso di rimandare le sospensioni degli studenti coinvolti nei disordini di dicembre, viene ventilata una nuova ipotesi. C'è chi, tra gli insegnanti, propone di dare ai responsabili un sei in condotta.


Non so davvero cosa pensare...
Sembrerò avventato, ma proporrei di scrivere qualcosa al Giornale...giusto per qualche chiarimento.

01 febbraio 2006

Comprensione del testo

1. Leggere con attenzione il seguente passo, tratto dal volantino diffuso oggi dal Collettivo Rebelde:
"Fascismo, però, non è solo questo: è il non riconoscere la dignità umana di chi è diverso ed il perseguirne l'annullamento, l'assumere il terrore, i pestaggi come propria pratica quotidiana, il chiudere spazi ed il negare la capacità e possibilità di scelta..."

2. Depurare mentalmente il testo citato da ogni sbavatura retorica, qualora lo si ritenga opportuno.

3. Tenendo presente quanto sopra, ripercorrere mentalmente gli avvenimenti della settimana di occupazione. Può essere d'aiuto la consultazione dei post precedenti.

4. Commentare a piacere.

27 gennaio 2006

Questa ce la ricorderemo!

Giornata della Memoria. Ore 11, entro in aula magna. L’assemblea indetta dal collettivo rebelde non è ancora cominciata; ragazzi del ginnasio, reduci dal primo turno, mi spiegano che l’invitato non è potuto venire causa neve, e che si è parlato di africa e cipittì. Esco perché le tre ragazze dietro al tavolo mi guardano maluccio, rientro e non trovo più nemmeno loro.
E poi...
Ore 11.28
Ore 11.34

(chiedo perdono per la scarsa qualità delle foto)

Dieci minuti dopo, vengo a sapere che l’aula magna è stata chiusa dai bidelli. Assemblea revocata.
Perché nessuno si è preso la briga di comunicarlo ufficialmente, se non di scusarsi per il disguido - se davvero di inconveniente si è trattato?
Se poi questa scelta è stata dovuta all’assenza dell’ospite, come mai non è stata revocata anche l’assemblea per il ginnasio?
Vorrei porre queste domande a qualcuno del collettivo, ma in giro non trovo nessuno... saranno in auletta? ma lì "io non posso entrare" – come gli ebrei nei negozi ariani... per chi ha Memoria...
Postilla. Ore 13.35 . Scendo le scale sud- ovest. Si avverte un certo piacevole odore sin dal primo piano. Ricordo l'esilarante circolare emanata dalla presidenza in mattinata: "se il freddo imboccherà la via delle scale, saremo votati al gelo". E a cosa siamo votati se la imbocca il fumo?
E cosa ci aspetta se, il giorno dopo l'approvazione in Senato della legge Fini sulle droghe, il nostro collettivo "rebelde"non autogestisce gli spazi concessi - questa volta seguendo la prassi - nemmeno per parlare di questo? Chissà, forse la neve ha impedito che arrivasse loro anche questa notizia... o più probabilmente, non sono arrivate le direttive dall'alto.

25 gennaio 2006

RESPONSABILITà DELLE PROPRIE AZIONI. IL SENSO DELL'INTERVENTO DI FO

Responsabilità delle proprie azioni. Il senso dell'intervento di Fo
Sono intervenuta sul Blog di Fo... Che senso ha avuto l'intervento di Fo

Caro signore,ho preferito in questi giorni non intervenire sullo scontro che il signor Fo ed io abbiamo avuto sulle scale della mia scuola. Il suo commento però mi ha colpito positivamente e, per il piacere di barattare la sua esperienza con la ridotta che sto avendo io quest'ultimo anno, avrei ora desiderio di farle comprendere cosa ha mosso quei tanti o pochi che siano studenti del Parini.Al Parini si sta protraendo da mesi un clima teso e delicato in cui (cerco di essere il più oggettiva possibile, pur essendo l'esponente di uno dei due movimenti tirati in causa) la collettività degli studenti, fine primo di ogni apparato scolastico, è stata sottoposta a pericolosi contrasti e sfasamenti ideologici. Tutto questo è ormai sfociato in una effettiva serie di atti che richiedono il sempre/mai voluto intervento della dirigenza scolastica. Quante cose avrei a raccontarle, cose oggettive che prendono il nome di reati. Dalle più lievi, come continue e pesanti scritte sui muri, agli insulti frontali al preside, all'occupazione (ormai da 4 mesi) di un'aula definita inutilizzabile da 4 delibere degli organi su cui si poggia l'attività della scuola, alle confermate minacce o "mani addosso" (una causa delle sospensioni) che ho subito nel corso dei 2 giorni d'occupazione, a 7 porte antincendio interne chiuse con catene in nome dell'occupazione (non della sicurezza verso la collettività degli studenti)... Questi eventi, io li definirei al di sopra di uno scontro politico tra ragazzi, è più che un "non essere d'accordo". Ma proprio perchè l'oggettività non deve essere la "mia", si era voluto far ingranare la macchina burocratica perchè a noi studenti venisse detto cosa è giusto,cosa sbagliato. E le assicuro che tutto ciò è avvenuto lungo gli scorsi tre mesi con il sudore di molti studenti(oltre che del preside), non tanto degli 80 adulti presenti al Parini. Tutto questo per dirle che a scuola c'era un equilibrio delicato, ancor più delicato perchè si assumeva un fine educativo. In luce di ciò, percepisco come rozzo l'atteggiamento di un esterno che si pone affianco, se non sopra, di un preside che con sforzo cerca di riassumere su di se una figura educativa difficile e scomoda. Soprattutto quando l'esterno è del peso politico di Fo, altro che disequilibrio, altro che giustificazione... Sinceramente ho sentito un uomo che prima ammiravo calpestare il lavoro di adulti e ragazzi (oltre il mio diritto di non essere sottoposta a violenza d'alcun genere a scuola). Poi l'uomo se ne esce con una palese menzogna, quale il ritiro delle sospensioni, impossibile da parte del solo preside per chi conoscesse un po' le "nuove" normative. E sorrideva a giornalisti che, chi avesse un po' di rispetto per la scuola, non avrebbe fatto entrare (CI SONO MINORENNI!... IL COMPITO DELLA SCUOLA è EDUCARE!). Un futuro sindaco ha il diritto di informarsi... ma di farlo davvero. Io, quel giorno, ho anche pensato che non conoscesse bene la situazione e ho cercato di parlare, alzando la voce, sia per i megafoni dei manifestanti, sia per la rabbia provata, ma mai offendendo l'uomo. "Kapò"...Io, da poco maggiorenne, chiedo al mio sindaco ideale la capacità di riconoscere ciò che non gli compete e la buona fede affinchè il sistema funzioni con le minori perdite possibili.Giulia Antonini

DAL FOGLIO

Mistero buffo al Parini

Al liceo c’è una giovane sinistra che sta con il preside e contro il Nobel

Riformisti contro okkupatori. Sanzioni a chi danneggiò la scuola. Anche gli studenti d’accordo. Prove di legalità

“Fo dà di kapò a una ragazza”

Milano. Ci sarà arrivato in bicicletta, o magari in autobus, come il suo idolo Ken Livingstone venuto apposta da Londra a consigliarlo. Di certo c’è arrivato col passo “non so bene quel che faccio ma lo faccio benissimo”, s’è infilato dritto nell’ufficio del preside, gli ha spiegato che la legalità “molte volte è truccata per favorire chi ha il potere”, è uscito annunciando che le sospensioni erano sospese (ma non risulta), ha litigato con gli studenti della sinistra riformista e ha trasceso pure in qualche insulto (“sono una studentessa del Parini. Ho sempre avuto una grande stima di Dario Fo… devo onestamente confessarmi delusa, sentirgli dare dell’isterica e della kapò a una ragazza che so per certo essere di sinistra mi è decisamente sembrato esagerato e forse un po’ stupido”). Quella che segue è una cronaca. Non vorrebbe essere soltanto la cronaca di una prevaricazione e di un uso politico (e privatistico) della scuola. Vorrebbe essere soprattutto la cronaca del tentativo di un liceo di Stato (assai rinomato) di ribellarsi a un modello di pubblica (d)istruzione e a un regime di intimidazione che lo soffoca in nome della correttezza politica. Liceo classico Parini, centro storico, due passi dal Corriere della Sera, 750 studenti in gran parte rampolli della borghesia intellettuale e delle professioni. Novembre. L’assemblea degli studenti, invece di avallare la solita okkupazione, promuove un esperimento di autogestione, che funziona pure. Il Collettivo di estrema sinistra, vicino ai centri sociali milanesi (“collettivo di ke? Un gruppo di ragazzini viziati che di notte si divertono a giocare ai pompieri”) non la digerisce, già sono neri perché alle elezioni studentesche per la prima volta una lista di studenti di sinistra riformista, AlternativaAperta, ha stravinto, mettendo all’angolo le poche decine di attivisti dell’estrema. Che in dicembre indicono l’okkupazione. Fanno le barricate per impedire l’ingresso a quelli che vogliono entrare, svuotano gli estintori, spaccano qualche porta. Il giochetto costa un ventimila euro di danni. Ma soprattutto costa minacce, violenze verbali e anche qualche tafferuglio con i compagni di scuola della lista di sinistra. A questo punto, al Parini accade un’altra cosa nuova. Sulla base di un documento votato dal Consiglio d’istituto, studenti inclusi, la scuola decide che si possono comminare sanzioni disciplinari a chi abbia compiuto atti violenti e di vandalismo. La procedura è quella introdotta nel 1997 dallo “Statuto degli studenti e delle studentesse”. Si raccolgono testimonianze e accuse circostanziate, si convocano i consigli di classe (con genitori e studenti regolarmente eletti), si ascoltano i testimoni. Mercoledì scorso è scattata una mezza dozzina di sospensioni, mentre per altri casi non abbastanza suffragati da prove i “denunciati” sono andati assolti. Un metodo garantista. Non certo la “gogna forcaiola” denunciata da qualche genitore che teme equiparazioni “tra atti vandalici e rivendicazioni politiche”). E’la prima volta che la scuola prende provvedimenti disciplinari coinvolgendo anche studenti e famiglie decisi a cambiare rotta.

Il terzo fatto nuovo

Che ruolo ha in tutto questo Dario Fo? Chiamato – non si sa a che titolo – a dar man forte agli attivisti del collettivo, che intanto diffondono volantini in cui si chiede nientemeno che il licenziamento di professori. Il terzo fatto nuovo del Parini è che la visita di Fo ha ottenuto di scatenare l’indignazione da parte di molti studenti, studenti di sinistra. Studenti che hanno intasato il sito ufficiale del liceo e il sito del premio Nobel-candidato sindaco con le mail che abbiamo sopra riportato. E con altre simili: “Signor Fo, il Premio Nobel da lei meritato non le dà il diritto di intervenire nelle dinamiche di una scuola”. “Ripensando alla giornata dell’altro ieri mi ritornano una malinconia e un senso di vergogna sono deluso, profondamente, dal comportamento del signor Fo”. Si vedrà se il Parini saprà continuare sulla strada scelta o se il conformismo consueto imporrà di nuovo le sue regole. Resta il fatto che una scuola si è posta per una volta una domanda fatidica: si può dire che è male sbarrare le porte di sicurezza o svuotare gli idranti? Può una comunità – professori e studenti – senza trasformarsi in un tribunale, chiedere il rispetto delle regole di convivenza? Secondo qualcuno, che vive molto lontano dalla realtà della scuola, probabilmente no. Che poi domenica a Milano ci siano le primarie dell’Unione e che forse la sinistra antagonista volesse tirare qualche botta d’immagine anche nei corridoi di un liceo è cosa che fa un po’ ridere. O tristezza, come ha scritto uno studente.

22 gennaio 2006

La protesta e i confini,articolo di Ermanno Paccagnini dal Corriere della sera

Scuole, occupazioni e punizioni
LA PROTESTA E I CONFINI
Se c'è un fatto oggi tragicamente indiscutibile è lo iato incolmabile creatosi tra parola e suo significato etimologico. Come quell'"occupare": il cui "prender possesso di una cosa" comporterebbe anche il significato di custodirla al meglio. O "protestare": di quanto porta in sè di testimonianza a favore di un fatto o di un'idea. Perdite di significato con cui ci si scontra quotidianamente, come ricordano i blocchi dei giornali scorsi o quanto sta accadendo al Parini. Perchè il problema è sempre lo stesso: dove finisce la legittima protesta e inizia il danno procurato? Non intendo parlare di violenza, teppismo o simili aspetti, pur sempre in agguato e per i quali dovrebbe valere almeno moralmente la cosiddetta "mancata vigilanza" (l'hanno ben compreso i manifestanti antiTav, ferrei nell'isolare facinorosi e infiltrati).
Il problema è, più banalmente, di capire fin dove si può spingere la protesta per farsi sentire. Dove finisce insomma l'occupazione pacifica e subentra e subentra quanto è stato registrato come "barricate" e "scontri" tra chi vuol seguire o impedire le lezioni? Ma pur dando per buono il diritto d'intralciare la libertà altrui in nome dell'assuefazione e rassegnazione a essere vittimizzati (specie nei trasporti pubblici soprattutto "selvaggi": e in tal caso piaccia o no si tratta di violenza alla persona) resta il fatto che non esiste diritto alcuno a sfasciare e procurar danni anche materiali, come pare si sia registrato al Parini (sia pur dando atto che la cifra stimata sia eccessiva, in considerazione del fatto che ogni struttura pubblica ha sempre qualcosa di già rotto).
Non solo: resta poi anche, in questo caso, il problema a monte: il "contro che cosa" a volte si protesta. Perchè se quel qualcosa sono provvedimenti contro "bigiate", uscite posticipate, comportamenti di "ordinaria furberia", resta il fatto che, sinchè delle regole esistono, quelle regole vanno rispettate. Lottare per cambiarle è un conto, protestare per un provvedimento nei confronti di chi le ha infrante è un'altra cosa (e mi riferisco qui alla scuola in genere, non solo al Parini). Come non concordare allora con chi ricorda che "la scuola non può essere zona franca rispetto a qualunque tipo di infrazione"? E non solo perchè non debbono esistere simili zone franche. Ma ancor più perchè, se il concetto di "zona franca" (magari avvallato da solidarietà ideologiche "alla cieca") prende piede proprio lì dove invece si dovrebbe apprendere e alimentare la cultura del rispetto di sè e dell'altro, non si potrà che finire tutti quanti in un suicida futuro da Moloch.

di Ermanno Paccagnini (tratto dal Corriere della sera)

19 gennaio 2006

A Dario Fo

Nell'attesa di postare anche qui qualcosa di serio, ho postato questo sul blog di Dario Fo. E' a titolo personale, ovviamente... fatemi sapere cosa ne pensate.

13 gennaio 2006

GIORNALI QUOTIDIANI A SCUOLA

Sono molto felice di poter informare che il 13 gennaio è stato ufficialmente aperto l’angolo di “Lettura quotidiana dei giornali”. Nello Spazio Studenti, infatti, giungeranno, ogni giorno, copie de Il corriere della sera, Sole 24 ore, Manifesto (accompagnato dall’inserto del sabato “Alias”), Il giorno (e chissà se non altri…); saranno inoltre disponibili copie del mensile Urban, di Par, giornale scolastico, e del quindicinale Frequency. Nell’immediato ingresso all’aula, saranno riservati due banchi all’esposizione dei numeri del giorno in corso e del precedente, così da poter offrire una lettura varia, gratuita e quotidiana dei giornali. Non solo la consultazione è totalmente libera, ma è anche fortemente caldeggiata; ai fini di una funzionale consultazione da parte di tutti, però, si prega di leggere le testate, poste sugli appositi banchi, nelle vicinanze dello Spazio e in tempi non “monopolistici”. Potendo contare su un numero di 9 copie per Il corriere della sera e Il giorno, sarà possibile la consultazione di questi ultimi per tempi più lunghi. I giornali saranno conservati così da costituire un piccolo archivio di consultazione, magari anche a fini didattici. Buona lettura

PS: Bisogna soprattutto rigraziare, per l'impegno nel procurarci buoni abbonamenti, Davide Scigliuzzo e Luca

12 gennaio 2006

Giusto perché sono io...

Ho come l'impressione che le vacanze invernali abbiano aiutato a rilassarci... ma forse un po' troppo.
Siamo tornati ognuno con qualcosa da proporre, un sacco di progetti uno più valido dell'altro, tanta voglia (e tanto bisogno) di discutere... perfetto, ragazzi, tutto positivo.
Ma giusto perché io sono io, quello iperrealista, quello minimalista... invito tutti a non perdere la bussola. Si possono fare un sacco di grandi cose, ma non dimentichiamoci di quelle piccole: come possiamo pretendere di mettere in piedi assemblee, concerti e quant'altro se prima non parliamo fra noi? Se ci incontriamo per metà? Se lo spazio studenti ha sempre le luci spente?
L'unione fa la forza. Se vogliamo continuare a essere forti, non smettiamo di essere uniti!

04 gennaio 2006

Incontro prima del 9/1

Buon anno a tutti, tanto per cominciare...
Sarebbe auspicabile incontrarsi in un po' prima dell'inizio della scuola... commentate qui che vediamo di organizzarci!
ciao

26 dicembre 2005

Giornali, giustizia e Beppe Grillo

Bene! dopo aver partorito il post precedente, parliamo un pò dei nostri prossimi obiettivi.
Ve ne avevo già introdotti due, ossia la catalogazione dei giornali per la creazione di uno spazio informazioni in SdS (e sucessiva circolare) e l'organizzazione di un ciclo di conferenze sulla giustizia, simile a quello di 4 anni fa. Per l'ultimo punto eravamo rimasti che lo avremmo organizzato nei pomeriggi del II quadrimestre. Aggiungerei un terzo progetto, a cui sono legata come al secondo: riuscire a far vedere a tutti gli studenti lo spettacolo di Beppe Grillo a Milano, quello dell'anno scorso. E' la terza volta che lo vedo e ogni volta mi dico: "Se tutti lo vedessero!".
Io ne possiedo il DVD e si potrebbe trasmettere in assemblea plenaria, magari fra due mesi. Cosa ne pensate? Non sarebbe bello?

Gli strumenti dell'agire

" [...] Ma non dobbiamo dimenticarci che siamo ragazzi di 16-17-18 anni, o comunque giù di lì, non possiamo farci carico di qualcosa che, ci piaccia o no, è molto, ma molto più grande di noi.Detto questo non voglio fermarmi, non voglio che ci fermiamo, ma credo sia essenziale fermarci a riflettere solo un secondo. Voglio che tutti gli "estremismi" che ci contraddistinguono, come singoli o come gruppo, siano riconosciuti e lasciati per un po' in cantina; voglio che sia il gruppo, ora, ad agire: serve certo il "leader", ma nella condizione in cui ci troviamo al Parini è meglio per tutti lavorare in gruppo.E il gruppo deve funzionare perchè, orami, ci sopno tantissimi studenti che credono in noi; perchè al Parini abbiamo messo sù qualcosa che, magari a lungo termine, in un futuro smuoverà l'ordine scolastico... [...]" Riccardo

Ho citato parte di un commento che troverete in forma completa come risposta a "Dialogo e determinazione" per sottolineare l'importanza di quanto detto da Riccardo, che ha suscitato in me una riflessione.
Mi sono sempre sentita toccata da quelle persone che si adossavano appieno le loro possibilità e le loro capacità (spesso in una sincera consapevolezza di cosa siamo), azione che di per sè comporta il non eccedere, il non estremizzarsi e la coerenza con sè, e che in tal modo agivano. Il difficile sta nel comprendere quando si raggiunge una tale situazione, quando si agisce sul terreno del possibile e non su quello dell'impossibile, quando camminiamo sulla strada dell'utile e non dell'inutile.
Mi guardo indietro e osservo i miei passi, i Nostri (stupendomi in parte di quella leggera scontentezza che ci nasce in seno a riguardo), quelli del collettivo e quelli di insegnanti, dirigenti e genitori. Poi rifletto sull'ambito più ampio della storia; su Beppe Grillo; sulla mia famiglia.
E cerco di trar fuori una tesi che non è altro, per ora, che un balbettio o uno sfreguglio in testa.
Ho una certezza, tuttavia,che mi viene da dentro, ed è che il criterio per distinguere l'agire dal non agire lo abbiamo già: la realtà.
Così dicendo eccomi tra le mani gli strumenti dell'agire: le regole stesse che fondano la realtà.
Tre sono chiare ed evidenti: le leggi, la passionalità dell'uomo e la sua capacità. Altre, spero di trovarle.
Ognuno di noi può usare questi strumenti, se vuole agire; ognuno di noi può fermarsi dopo averli utilizzati; ognuno di noi può evitarli per non agire.
Nessuno però potrà mai fingere di aver agito o di aver voluto farlo senza averne utilizzato i più. A riguardo, ritengo che il sommo e sublime strumento del non agire sia il finto agire di coloro, ipocriti!, che "vogliono fare" e non coloro che scelgono, tra le loro possibilità, il non agire.
Infatti Agire è espandersi fino ai confini del terreno del possibile, il non agire è sia l'annullarsi come agente sia l'espandersi al di là di tali confini, sul terreno dell'impossibile e dell'inutile.
Avviene così che i modi dell'agire siano attesa o silenzio o energia o compromesso o impeto..., ognuno collocati dove realtà permette.

19 dicembre 2005

Scripta manent

Pubblico qui di seguito il programma dell'autogestione al Parini presente su internet ormai da settimane.

- Martedi 13:
"Assemblea plenaria su con Renato Sarti, peace reporter, Elio de Capitani"
Collettivi:
"Falluja, fosforo bianco"
"G8"
"banlieue"
"Palestina, voci dalle palestina"
Proiezioni:
"filmati by GlobalTV"
"The take"

- Mercoledi 14:
"Giornata a tema: Comunicazione":
Assemblea plenario con GlobalProjectMilano
Collettivi:
"Writers + filmati"
Laboratori Radio
Proiezione di "Viva Zapatero"
grigliata anni ’70 e Vin Brulè

- Giovedì 15:
Assemblea Plenaria: Illegalità/Diritto di Resistenza con Migranti di Via Lecco e con la cooperativa "I Germogli" che preprarerà l’aperitivo bio con vini e miele autoprodotti
Proiezione di "Anagramma via Artom"
"la Schivata"
"Requiem for a dream"
Collettivo su "Antiproibizionismo"

- Venerdì 16:
"Giornata a tema: legge 194" con Franca Rame
Collettivi su:
"Chiapas"
"NOTAV/NOPONTE/NOMOSE"
"I CENTOCINQUANTAMILA DELL’ASSEDIO AL PARLAMENTO" con Unisurfers e proiezioni by GlobalTV
"Lavorare con lentezza"
"Romanzo Criminale"
Serata con le band della scuola e a seguire dj set

- Sabato 17:
Plenaria con i Lavoratori precari della Scala e precari della Taverna Sociale Clandestina
Collettivo "No cultura del Lavoro" con filmato: "BestWestern - stop stage"
Cafe Letterario e proiezione spettacolo teatrale di Beppe Grillo

Con il vostro aiuto, vorrei tentare di ricostruire quali iniziative hanno effettivamente avuto luogo e quali invece no. Commentate questo post e scrivete quello che sapete.
Grazie

Day after

Oggi, ad occupazione conclusa, abbiamo trovato lo spazio studenti così:
Un tavolo solo deglio otto che c'erano, bruciato nel mezzo; tre sedie su dieci; sigarette già rollate abbandonate; mozziconi per terra; tappetini sottratti a una palestra in un angolo (usati per dormire?); volantini del Collettivo Rebelde sparsi un po' ovunque; scritte offensive nei nostri confronti sulle pareti.
Ora però non è il momento di piangerci addosso. Durante gli intervalli riporteremo tutto com'era prima: chi vuole collaborare è il benvenuto...
E' il momento di voltare pagina.

Un po' di umorismo /3

Prosegue la fiera pubblicazione delle vignette firmate da Giovanni Cairo.

Un'assemblea durante l'occupazione
E se ci avessero fatto votare?
Ma dove andranno mai a finire i ricavati del baretto autogestito?
Cattiva, questa! Direi quasi... "faziosa"...


(a scanso di equivoci... le didascalie sono mie, e non riflettono necessariamente il pensiero dell'Autore, liberamente interpretabile da ciascuno: altrimenti che satira sarebbe?)

Da Ponte di Legno...

Pubblico qui di seguito un intervento postato da FoFo87, studente presso l'Istituto Alberghiero di Ponte di Legno nonché esponente del Collettivo della sua scuola, sul Forum del Parini:

Avviso da parte del collettivo studentesco del c.f.p Ponte di Legno!

E uno scandalo quanto successo al Parini.
State distuggendo una immagine della scuola italiana.
La paura e la regressione nei confronti di organi sopra di voi è illecita e innopportuna.
Solo col dialogo si possono avere dei risultati soddisfacente e concreti.
Non con la violenza e la depravazione di (ne sono convinto) alcuni stupidi buffoncelli di milano.
La vita scolastica e dura, anche qui a 1280m di altezza.
Dove i problemi li risolvi te e nessun altro.
Basta lamentarsi e piangersi addosso.
E tempo di reagire.
E tempo di finire questi anni che mancano e prendersi le proprie soddisfazioni non nella scuola...............ma nella vita!!!!

L'amaca

Venerdì scorso Michele Serra, già ospite al Parini nell’ambito della cogestione, ha dedicato a noi la sua rubrica quotidiana su Repubblica. Poche righe, dense ed efficaci, che condivido assolutamente, e di cui lo ringrazio.
L’orientamento politico non è dato solo dai nomi, dalle ideologie, più in generale dalle parole: è costituito anche da fatti, dai metodi con cui le idee vengono portate avanti. E se le ultime profetiche righe de “l’amaca” fossero meno lontane di quanto si possa pensare? D’altronde, tra le sabbie mobili della retorica può emergere qualunque sorta di essere, cucciolo o mostro... un’ideologia impetuosa, violenta, costruita su una dialettica confusa, è una corazza che può contenere cavalieri molto diversi fra loro, accomunati solo dalla voglia di brandire una spada.
Consapevoli di ciò, accogliamo il consiglio di Michele: continueremo a difendere, per quanto possibile, la mediocrità della democrazia.

18 dicembre 2005

Da leggere e rileggere
























Da leggere e rileggere... e rileggere...

16 dicembre 2005

DIALOGO E DETERMINAZIONE

Ho preso questa giornata per riposarmi e per riflettere, per riportarmi ad una lucidità che anch'io avevo perso. Ieri ero vuota e pienamente inappagata. E tutt’oggi non sono soddisfatta.
Sono, tuttavia, giunta ad importanti riflessioni che vorrei condividere con voi, pensateci su.
Come ieri sono fortemente convinta che un compromesso con il Collettivo Rebelde sia per ora impossibile: non è esatto dire che tra il nostro e il loro gruppo ci siano differenze solamente di metodo. Ahimé, non è così. Abbiamo concezioni diverse sul giusto e lo sbagliato, sul diritto e il dovere, sull’obbedire e il disobbedire, sul senso di un’azione politica e i limiti che essa non deve sorpassare. A volte vi ho rotto le scatole con la parola legalità: essa, per quanto sia una mia mania sulla quale scherziamo tanto, riconosce, con lievi differenze, il modo di agire di tutti noi. E nella riflessione mi domandavo: “Può essere solo una questione di rispetto verso le leggi?”
Infine mi sono risposta trovando la chiave di ciò che ci differenzia a tal punto rispetto al collettivo. Ritengo che coloro che si riconoscono con noi si pongano a tutela di un sistema imperfetto che va modificato con energia e senza distruzione (personalmente sento la necessità di un ordine, il quale permette l’esistenza di una collettività dove il singolo possa differenziarsi nella convivenza, e credo che una rivoluzione verso “il miglior ordine” debba avvenire con le minori rinunce umane e democratiche), mentre coloro che sono del Collettivo riconoscano quelle concezioni politiche che prevedono lo smantellamento di ciò abbiamo ora, verso un fine che essi ritengono buono. A volte si comportano a conseguenza di tali idee incoscientemente.
Ciò che ho appena detto sembra banale, ma è buono porsi questa differenza sotto gli occhi, poiché, ora, non sto parlando per fomentare gli animi allo scontro. Tutt’altro. Riconosciamo la differenza insanabile che vige ora, ma, contemporaneamente, riconosciamo che non desideriamo una distruzione del gruppo studenti. Dovremo essere bravi e attenti nel muoverci; abbiamo l’obbligo verso noi stessi di agire secondo quello che ci ha distinto finora: determinazione e rispetto. Ristabiliamo il dialogo consci dell’impossibilita di un accordo. Ristabiliamo il dialogo perché è il luogo fisico dove noi ci muoviamo. Notavo che in questi giorni tutti noi passavamo dall’azione forte (e necessaria) all’indulgenza e al semplicismo, dall’indulgenza e semplicismo all’azione forte. Penso che fossero oscillazioni dovute alla tensione e all’incazzatura. Oscillazione che, personalmente, mi faceva triste.
Riprendiamo la determinazione e il dialogo.

Sì, direi che è vero. Non sono soddisfatta e appagata… Qualcuno lo è?

Rassegna stampa 16/12

Cliccate sugli articoli per leggerli!
Corriere della Sera







La Repubblica





La Prealpina



Rassegna stampa 15/12

Cliccate sulle immagini per leggere gli articoli.
Corriere della sera





Repubblica




Il Giorno





15 dicembre 2005

Un po' di umorismo...

Pubblichiamo una vignetta di Giovanni Cairo.
Se non vedete bene, cliccateci sopra.

LA CONTROINFORMAZIONE!

Ora leggete e "autoinformatevi" con la controinformazione:

http://www.globalproject.info/art-6853.html

et

http://www.globalproject.info/print-6852.html

ps : Mape, questo sito è un delirio

Itinerario nell'arte

Buonasera a tutti e benvenuti in questa visita guidata della galleria d'arte Parini: il breve itinerario di oggi si soffermerà principalmente sulle manifestazioni di dissenso nei confronti di alcuni appartenenti al gruppo "Alternativaperta". Cominciamo subito con la prima opera, un graffito sulla gradinata. Da notare l'antitesi tra il colore azzurro utilizzato, simbolo di serenità e pacatezza, e il messaggio esplicito e dell'opera, di profumo primitivo e rurale. Ma passiamo subito all'interno.
Questa tag a pennarello indelebile felt-tip si trova su un banco che (sarà per caso?) è stato collocato dai curatori della galleria nella stanza 1D. Il messaggio scava con impareggiabile sensibilità e inarrivabile sintesi nella sfera più intima dell'individuo. Potete trovare un graffito simile sulle pareti delle scale a nord ovest, terzo piano. Più barocco ed esteticamente non valido.
A pochi metri di distanza, quest'altra opera: apparentemente simile, ma molto più gradevole allo sguardo. Contenuto elaborato: si noti l'equivocità intrinseca nel cognome prescelto dall'autore.
Senza alcun dubbio, però, l'opera maggiormente degna di attenzione è la seguente:

Non a caso essa è sita nell'auletta occupata, spazio di cultura e di liberazione dei saperi. Il messaggio emerge chiaramente, lo stile è ammirevole e l'utilizzo di un lessico raffinato e ricercato ("ciaffonare" è dialetto siciliano, equivale a "ti apro col coltello") rende ancora più prezioso questo graffito.

Scherzi a parte: noi non ce la prendiamo più di tanto, men che meno abbiamo intenzione d fare del vittimismo.
Diciamo solo che se i ragazzi più intelligenti del collettivo non fanno nulla per impedire atti del genere, soprattutto all'interno dei "propri spazi", non hanno che da perdere in credibilità davanti alla scuola.

C'è qualcosa che non va nella nostra scuola

C’è qualcosa che non va. Nella nostra scuola c’è qualcosa che non va se, dopo che il Consiglio di Istituto ne aveva stabilito la chiusura per motivi di illegalità e inagibilità, il collettivo è potuto restare nell’”auletta” in virtù di una proroga di un mese, vergognosa e illegittima, da parte della Giunta Esecutiva; c’è qualcosa che non va se il preside trova tracce di droga in quell’aula e non chiama i genitori di alcuno; c’è qualcosa che non va se il collettivo ha potuto sfondare una porta davanti agli occhi del preside e di professori e questi ora mi vengono a dire, “strizzandomi l’occhiolino”, che non hanno visto, ma solo sentito voci; qualcosa che non va se il collettivo ha potuto insultare il preside frontalmente, senza alcuna conseguenza;qualcosa che non va se i due rappresentanti d’istituto del collettivo hanno potuto dire al comitato studentesco che essi se ne strasbattono di cosa vogliono gli studenti; se il collettivo ha potuto occupare un’aula dell’istituto per due mesi, senza la minima reale reazione di coloro a cui spetta intervenire, consigli di classe in primis (gli stessi grazie ai quali in auletta, a spinellarsi, è possibile stare per tutta la mattina); se ha potuto rompere ogni porta esterna ed il cancello bianco senza che nessuno chiedesse alcunché; se ha potuto picchiare un professore; se ha potuto chiudere ogni porta antincendio, senza che vi fosse un qualsiasi rappresentante della dirigenza scolastica ad intervenire o, almeno, a chiarire agli studenti il “da farsi”; se nel nostro Consiglio d’Istituto vige la regola del farla semplice-semplice(coi motivi più diversi, dalla tutela del proprio figlioletto al menefreghismo, da sfasanti antiche idee comuniste all’incapacità di fare); c’è qualcosa che non va se il collettivo ha potuto occupare ora; se ha potuto ripicchiare lo stesso professore; se ha potuto fregarsene di una votazione persa tra gli studenti col 16 % prima, e di quattrocento che spicchettavano poi; se ha potuto assediare un Istituzione pubblica, ma ancor più degli studenti, senza alcuna votazione, alcuna richiesta, alcun rispetto per loro (per noi!); c’è qualcosa che non và se quelli del collettivo hanno potuto picchiarmi e minacciarmi; se hanno potuto picchiare altri di noi; se hanno potuto chiuderci fuori; rompere banchi, sedie, vetri; andar in giro a bruciare i nostri manifestini; svuotare estintori e strappare tende; c’è qualcosa che non va se qualcuno (e molti più di uno) glielo ha permesso. Tutto ciò che vi ho descritto l’ho visto con i miei occhi. E sono stufa di giocare a chi rappresenta meglio le tre scimmiette. Se a scuola deve regnare un clima da "cosa nostra" non ci sto. Non ci sto con l'omertà e con i passi indietro. Altrimenti ci sarebbe qualcos'altro in più che non andrebbe.
Giulia

14 dicembre 2005

L'ingresso


Francesca ha scattato queste foto all'ingresso della scuola.
Tutti i banchi erano accatastati agli ingressi prima che un nutrito gruppo di studenti e studentesse non si prendesse la briga di toglierli.

Abbiamo ricevuto anche altre foto, ma sono troppo stanco per pubblicarle ora...

Noi ci siamo

Ore dieci e trenta circa, riunione improvvisata in prima B.
Mentre in aula magna c'erano 35 persone, noi eravamo in 50.
Perché Alternativaperta c'è.
Noi ci siamo.

Dopo la prima notte

Quarta A
Quinta C
Nicola alle prese con una catena
L'ingresso dello stanzino professori al secondo piano